Più democratici, giocando
CH+ - Secondo posto nella sfida svizzera per la sostenibilità degli studenti 2019
Oggi la maggior parte degli svizzeri è sotto la costante influenza dei mezzi di comunicazione, che li attirano attraverso sistemi di ricompensa. Al contrario, si è troppo poco motivati a informarsi sui candidati al Consiglio nazionale o sulle future iniziative in programma. È qui che entra in gioco il progetto di Sophie Walker: una app che sproni giocosamente le persone a votare. Al centro del progetto c’è il co-design: il coinvolgimento neutrale di elettori, esperti e istituzioni dei più diversi orientamenti politici. Un prototipo dell’applicazione sarà testato durante le elezioni federali dell’autunno 2019.
Durante il bachelor in Communication & Multimedia Design, mi sono confrontata per la prima volta con i giochi didattici, i cosiddetti «serious games». Diversamente dai giochi di intrattenimento, questi game hanno anche una componente didattica, oltre che ludica. Un mix che mi ha subito convinta.
Con i giochi didattici ho scoperto non solo la bibliografia sui meccanismi del gioco, ma anche numerosi articoli scientifici sul design motivazionale e la teoria comportamentale. Non ho tardato a riconoscere nei social media e nel settore pubblicitario queste tecniche descritte dalla scienza. E funzionano alla grande. Non per niente soprattutto i giovani passano molto tempo sui media digitali.
Mi ha indignato constatare che queste conoscenze sulla motivazione e la facilità di fruizione sono impiegate principalmente per indurci a consumare o a condividere parte dei nostri dati personali. Disponendo di tali conoscenze, come designer è una nostra responsabilità usarle per aiutare le persone a decidere pensando con la propria testa.
Nel nostro complicato mondo globalizzato, è molto più facile visionare un video sui gatti o giocare ai videogame sul telefonino, piuttosto che informarsi sui candidati alle elezioni politiche. Con il progetto CH+ mi propongo di contrastare almeno un po’ questa tendenza.
La sigla CH si riferisce in generale alla Svizzera, ma anche nello specifico al nostro sistema politico. Se leggiamo «CH+» come «politica svizzera+», il segno + è un invito a partecipare: CH+ io, CH+ tu; in verità dopo il + si potrebbe scrivere tutto. È un segnale che la nostra politica la strutturiamo insieme. «CH+» simboleggia al contempo che né la Svizzera né la sua politica sono a sé stanti, ma che c’è sempre un +. In definitiva non siamo soli al mondo (una condizione peraltro noiosa). E last but not least, il segno + significa il comportamento positivo e costruttivo che il progetto mira a sostenere.
Il premio in denaro per il 2° posto allo Swiss Student Sustainability Challenge mi ha consentito di commissionare uno studio per sviluppare il «back-end» tecnico per il primo prototipo pubblico e di concentrarmi sull’ideazione e lo sviluppo del «front-end». In febbraio eravamo pronti per il primo test pubblico in occasione delle elezioni nel Canton Uri.
Da alcune settimane CH+ è un progetto di ricerca e di business del programma «First Ventures» della Fondazione Gebert Rüf , nonché parte della SEIF Impact Academy .
CH+ è iniziato come progetto di master presso l’Università delle Arti di Zurigo (Zürcher Hochschule der Künste) e la settimana scorsa ho depositato la tesi. In giugno conseguirò ufficialmente il master e poi entreremo già nel prossimo ciclo di sviluppo.
A questo punto lavoreranno al progetto due programmatori a tempo parziale. Il nostro prossimo obiettivo sono le elezioni a Basilea-Città. Sarà molto interessante collaborare con il Consiglio cantonale dei giovani durante questa progettazione iterativa.
Almeno 250 volontari hanno testato il prototipo, dopo che la stampa locale – l’«Urner Wochenblatt» e la «Luzerner Zeitung» – aveva presentato la ricerca negli inserti sulle elezioni. Il prototipo è stato giudicato molto positivamente. Mi ha fatto particolarmente piacere che oltre il 70% dei partecipanti aventi diritto di voto ha usato l’app per compilare la scheda elettorale.
Oltre che per la facilità d’uso e per l’estetica, le nuove funzioni offerte sono state apprezzate anche perché utili. Il primo prototipo è riuscito a superare bene anche un piccolo test comparativo A/B con smartvote. L’elemento ludico non ha avuto alcun effetto negativo sull’affidabilità del prototipo e l’elevato livello di interattività ha convinto numerosi partecipanti.
Trattandosi di un primo prototipo, sicuramente necessita ancora di qualche modifica per migliorarne l’usabilità, ma il progetto di base è stato confermato.
Il primo bilancio è senz’altro positivo e questo ci motiva a impegnarci ancora di più nel prossimo ciclo di sviluppo dell’app per Basilea-Città.
Sono contenta di poter riprendere il lavoro in giugno, forte del sostegno del nuovo team. Per permettere al team di investire un numero maggiore di ore nel progetto, continuerò a cercare anche altre possibilità di finanziamento. Oltre che allo sviluppo del prototipo per Basilea-Città, lavoriamo al nostro business case per essere in grado di servire in futuro anche gli istituti di formazione. Per raggiungere l’indipendenza finanziaria, stiamo inoltre considerando una futura diversificazione delle offerte nel settore dei giochi didattici.
È un grande sollievo il fatto che l’Università delle Arti di Zurigo si occupi delle HR nell’ambito del programma «First Ventures» della Fondazione Gebert Rüf . Sono grata anche del sostegno della SEIF Impact Academy , dove il mio mentore è pratico di contabilità e forme giuridiche. Al momento la nostra maggiore sfida è la messa a punto di un business case autonomo per l’app elettorale, affinché il nostro progetto funzioni sul lungo termine e i membri del team possano rimanere.